Quel sabato pomeriggio, Giovanna era uscita di casa per
una passeggiata, ma non aveva voglia di mescolarsi fra la gente del paese che
faceva acquisti. Sulla sua carrozzina elettrica, preferì dirigersi verso una tranquilla
stradicciola alberata che, portava ad un piccolo Santuario.
Lungo il percorso aveva incontrato alcune persone amiche
e, con loro, c’erano stati scambi di saluti.
Arrivata alla fine della stradina, si accorse che il cancello
in ferro battuto del Santuario era aperto, quindi lo varcò, percorse il
cortiletto lastricato di porfido, e si diresse verso la piccola chiesa.
C’era solo un minuscolo gradino, facilmente superabile con
la carrozzina, e il portone di ingresso,
era appena socchiuso. Spingendolo un po’ entrò in quel Santo luogo, semplice e luminoso,…
oltre a lei, non c’era nessun altro,
solo silenzio e un dolce senso di pace…
Giovanna avanzò fin davanti all’altare e, vicino alla
porta della sagrestia, in un angolo, notò una vecchia croce impolverata e abbandonata.
Si fermò ad osservare quella croce, provando dispiacere
nel vederla così “malconcia”, proprio come
si sentiva lei stessa, in quel momento…
I suoi pensieri vagarono, trasformandosi in una sorta di
dialogo-preghiera con Dio…
“...c’è chi sta peggio di me, lo so, sai?,... ma mi
mancano tante piccole cose!!! Vorrei poter tornare a camminare, a far le pulizie di
casa,… pensa, mi manca perfino il mio lavoro!…si, ammetto che col ragioniere
era un continuo battibecco, ma… Ma queste cose le sai già, chissà perché te le
sto a raccontare… proprio a Te poi, che hai dovuto sopportare molto di più, per
causa nostra”…
Sulle guance scesero alcune lacrime,… sulle mani, avvertì
il calore di una carezza.
Giovanna alzò la testa e davanti a lei, vide un bimbetto
biondo che stringeva un mazzolino di margherite, e che la stava osservando
preoccupato.
- Perché piangi?... ti sei persa?
- No, piccolo non mi sono persa, m’è solo entrato un granello
di polvere negli occhi… – e cercò di asciugarsi
col dorso della mano…
Si rendeva conto di aver dato una risposta stupida, ma come
avrebbe potuto spiegare a quell’innocente?... era contenta però, che era
arrivato a distoglierla dai suoi inutili e tristi pensieri, e vedendo il
mazzolino di fiori che teneva nella
mano, Giovanna aggiunse:
- Che belle margherite… dove le hai trovate?
Il bimbo rispose:
- Le ho raccolte in un campo qui vicino! Posso regalartene
una?
Giovanna sorrise al piccolo e, con il gesto del capo,
diede consenso a ricevere il dono. Anche il bimbo le sorrise, e le pose una
margherita fra le mani.
- È bellissima! – esclamò Giovanna, alzando il viso per
ringraziarlo, ma con sua grande sorpresa, lui non c’era più.
Si guardò intorno cercandolo,… ma era svanito nel nulla.
Non aveva sognato, ne era certa,… la margherita che teneva
delicatamente nelle mani, era la conferma che non aveva sognato… Com’era stato possibile?... Cos’era accaduto?
Un breve istante per capire e Giovanna tornò a guardare la
croce.
In cuor suo disse:
“…sei stato Tu a mandarmi quell’angelo, vero?...
Grazie,… sento che mi sei vicino!”
Giovanna tornò a casa col cuore più leggero…
Sono passati molti anni, da quel giorno,… la margherita, si
è seccata ma è ancora molto bella, Giovanna l’ha conservata fra le pagine del
suo vecchio diario.
di Anna G.
Mormina
Nessun commento:
Posta un commento