venerdì 28 febbraio 2014

ADDALA-LÒ...

Le ninna nanne dialettali delle nostre nonne, erano semplici...
A volte non avevano un senso, a volte si...
... ricordando la mia cara nonna...
Anninedda, Anninedda,
to matri  e to patri ti ficiru bedda,
l’occhi ca hannu ‘u culuri du mari,
e la vuccuzza ca pari nu sciuri...

Addala-lò, addala-là,
addivuzza addummisciti ccà...

Li to capiddi su comu l’oru,
su ricciuliddi, tu sì nu tisoru,
 li mascidduzzi ti puzzulìu,
ma po’ t’annacu e ringraziu Diu…

Addala-lò, addala-lò,
sta nicaredda nun dormi, no...

Quannu sì granni t’affari zita,
cu nu picciottu ca po’ ti marita,
quanti carizzi e vasati d’amuri,
ca v’ataddàri cu tuttu lu cori...

Addala-lò, addala-lì,
ora Anninedda s’addummiscì…

di Anna G. Mormina

 ***
traduzione dall’agrigentino:
ADDALA-LÒ...

Annarella, Annarella,
tua madre  e tuo padre ti han fatta bella
gli occhi che hanno il colore del mare,
e la boccuccia che sembra un fiore...

Addala-lò, addala-là,
bambinella addormentati qua...

I tuoi capelli son come l’oro,
son ricciolini, tu sei un tesoro,
 le guanciottine ti pizzico io,
ma poi ti cullo e ringrazio Dio…

Addala-lò, addala-lò,
questa piccina non dorme, no...

Quando sarai grande ti fidanzerai,
con un ragazzo che poi ti sposerà,
quante carezze e baci d’amore,
che vi darete con tutto il cuore...

Addala-lò, addala-lì,
ora Annarella si è addormentata…

GRANITA SICILIANA

D’istati, quann’eru nica,
me nonna cu nu pignateddu,
s’inniìva a la putìa di Mica.

‘Sta cristiana faciva e vinniva,
‘na cosa troppu duci,
ca da la vucca nun si livava.

Mittiva intra la ghiaccera,
acqua, zùccaru e limuni,
frisca comu la nivi era.

Li dosi giusti, idda sulu li sapìa,
ogni tanticchia l’arriminava,
faticava, ma bona ci arriniscìa!

Accussì s’accuminciava la jurnata,
cu nu cicaruni di pani e granita,
ni sàziavamu e ni lìccavamu li dita!

Traduzione:
GRANITA SICILIANA

D’estate, quand’ero piccola,
mia nonna con un pentolino,
andava nella bottega di Domenica. (nome di donna)

Questa signora faceva e, vendeva,
una cosa molto dolce
dal sapore che rimaneva in bocca.

Metteva in un contenitore per ghiaccio,
acqua, zucchero e limoni,
era fresca come la neve.

Le dosi giuste, le sapeva solo lei,
ogni tanto mescolava,
faticava ma le veniva bene!

Così si cominciava la giornata,
con una scodella di pane e granita,
ci saziavamo e ci leccavamo le dita!

di Anna G. Mormina
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Questa poesia, è stata pubblicata su MAG, 
rivista bimestrale di Messina 
(Luglio-Agosto 2009)

M’AMA... NON M’AMA...

Camminando sul ciglio di un prato,
una bella Margherita ho incontrato,
 felice non era perché singhiozzava,
 le ho chiesto cos’era che la disturbava.

Col capo chino si è confidata:
“Il mio amore, non mi ha mai guardata!”
- Sei innamorata?... vuoi dirmi di chi? -
Con occhi radiosi di colpo arrossì.

“Lo vedi Papavero?, è qui vicino,
lui non mi vede però io lo amo!
Son piccolina e vorrei saltare,
per gridar forte: ‘ti voglio amare!’

La mia corolla, se viene sfogliata,
ti può svelare se sei amata!
‘M’ama?...non m’ama?’ E chi lo sa!
Forse con me non funzionerà!”

  - Margheritina non piangere più,
non ti fa bene, lo sai anche tu...
È meglio Amare che essere amati,
lo dicono tanti miei amici fidati! -

“Mi devo arrendere?... resterò zitella...
Lui o nessuno, la decisione è quella!”
- Non far la sciocchina, guarda chi c’è,
Papavero ha udito e si inchina per te! -.

di Anna G. Mormina

CARMONA (IL BONSAI)

In un grande giardino,
fra tante piante, ti vidi sperduto,
mi sembravi impaurito come un bambino,
che aspetta la mamma per un aiuto.

Piccolo albero di bonsai,
massa di foglie, verde-giada colorata,
rozzo era il tuo nome e Carmy ti chiamai,
ero contenta di averti incontrata!

La mattina al mio risveglio,
sorridevano due fiorellini bianchi,
parevano di cera e alzavo il sopracciglio,
immaginando che fossero amanti!

Poi la sera i fiori, sfiniti,
si chiudevano, cadevano lì intorno,
mi preoccupavo, ma erano solo assopiti,
e tornavano a fiorire di giorno.

Accadde e fu d’inverno,
che i bei fiori non vollero più svegliarsi,
Carmy, l’amica mia, cadde in un profondo sonno,
anche le foglie presero a seccarsi.

Primavera, dolce stagione,
nuove gemme alla natura porterai,
anche al piccolo bonsai, lo so non è illusione,
e tu, mio cuore, felice tornerai!

di Anna G. Mormina
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Dedico questa poesia ai miei amici
Fausto e Donata

UN FIOR D’AMORE

Mi preparo per la Sua festa,
con foglio rosso di carta crespa.
Un quadrato mi metto a tagliare,
e in diagonale lo vado a piegare.

Adesso un triangolo è diventato,
ed una piramide mi ha ricordato,
prendo la punta, quella centrale,
  e verso il basso la vado a portare.

Ecco un trapezio quindi ottenuto,
 lo piego ancora che non ho finito!
C’è ora una striscia da arrotolare,
sotto la stringo e su è da allargare.

Voi mi chiedete: “che stai facendo?”
“È un fior d’amore!” io vi rispondo!
Abbiate pazienza, un altro poco,
e arriveremo alla fine del gioco.

La parte stretta bisogna fissare,
con lo spago la devo annodare,
se ci attorciglio del ferro filato,
anche uno stelo infine ho creato.

Lo vesto di verde, mi aiuta la colla,
per completare ci metto una foglia…
Or che vedete? Bella!... è una rosa!
Provate anche voi a far questa cosa!

Forse il regalo non è perfetto,
ma l’ho fatto con tutto il mio affetto!
Lo porto a Lei, ho tanta emozione…
Viva la Mamma, che bella invenzione!!!

 di Anna G. Mormina


giovedì 27 febbraio 2014

20 APRILE


Oggi vorrei fare un salto,
nell’immenso cielo volare,
per vedere la terra dall’alto
con gli angeli poter cantare…

Oggi vorrei fare un salto,
giù nel profondo del mare,
coi pesci e un delfino là sotto,
un valzer potrei danzare…

Oggi vorrei fare un salto,
 è il giorno che sono nata,
sono contenta lo ammetto…
… offro una torta di panna montata!

di Anna G. Mormina

“ORA CI SONO IO QUI!”

 
Donna, madre,
guardi col cuore gonfio di disperazione,
e gli occhi pieni di lacrime,
Tuo figlio,
carne della tua carne, cuore del tuo cuore…

Lo hanno insultato, flagellato,… nessun limite alla crudeltà…
La croce che ha portato sulle spalle, sulla via del Golgota,
era pesante,
è caduto, per tre volte…
… lo hanno massacrato, hanno voluto la sua morte…

Rammenti quando piccolo correva?
Se cadeva, accorrevi al suo fianco,
e le sue lacrime potevi asciugare.
“Ora ci sono io qui!”…
… dicevi…
“Ora ci sono io qui, piccolo mio!”

Troppo grande ora è il Tuo dolore,
ti strazia l’anima,
e mentre stringi il suo corpo, senza vita, fra le tue braccia,
nulla puoi più fare…

... sussurri…
“Ora ci sono io qui, piccolo mio!”

di Anna G. Mormina

LETTERINA DELLA FELICITÀ


Una letterina parte da Milano,
viaggerà per un paese lontano,
con un treno che va molto lento,
arriverà nella città di Agrigento.

La strada è lunga e lei si stancherà,
ma quel messaggio porterà felicità,
quindi si mette vicino al finestrino,
e scambia due parole col suo vicino.

“Quanto tempo dobbiamo aspettare?”
“Siam solo a Roma dovrai pazientare!”
Passa il controllore chiede: “Biglietto?”
“Fra circa 8 ore vedremo lo Stretto!”

È tanto sfinita che s’è addormentata,
al di là del mare si sveglia… è sbarcata!
In Sicilia è già, ma dovrà aspettare,
per finir la “missione” e poter riposare!

Infine è arrivata a destinazione,
una vecchina l’aspetta in stazione,
guarda il mittente e gioiosamente,
l’abbraccia davanti a tutta la gente!

Con molta attenzione apre la busta,
prende il biglietto e aguzza la vista,
quello che legge è dolce come il miele:
“Nonna lo sai, ti voglio tanto bene!”

di Anna G. Mormina

TANUZZU E PINUZZA



Lu sciccareddu di la zia Rusalìa,
si chiama Tanu,
è troppu beddu e mi talìa.

Jòrnu pì jòrnu mi porta un sciuri,
mi dici: “Teni Pina bedda,
ti lu dugnu cu tuttu lu me amuri!”

Ma la so’ patruna è assai gilusa,
e va sparlannu ca sugnu lasda,
miii,... quant'è rudusa!!!

Natri semu viramenti 'nnammurati!
Comu facemu cu sta cristiana?
Nun putemo essiri accussì sfurtunati!

"Tanuzzu, ti pensu di la sira a la matina!"
"Pinuzza, ìu nun ti lassu,...
... 'a faccia so’, facemu ‘a fuitina!!!"

di Anna G. Mormina
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Traduzione: 
GAETANO E GIUSEPPINA*

L'asinello della zia Rosalia,
si chiama Gaetano,
è troppo bello e mi guarda.

Giorno per giorno mi porta un fiore,
mi dice: “Tieni Giuseppina bella,
te lo regalo con tutto il mio amore!”

Ma la sua padrona è molto gelosa,
di me parla male, dice che sono brutta,
uffa,... quanto è fastidiosa!!!

Noi siamo veramente innamorati!
Come facciamo con questa persona?
Non possiamo essere così sfortunati!

"Gaetano, ti penso dalla sera alla mattina!"
"Giuseppina, io non ti lascio,...
... e a causa sua, scappiamo via!!!"
---  
*NB: Tanuzzu e Pinuzza sono vezzeggiativi dei nomi
Gaetano e Giuseppina



PIERROT


Sulla testa, ha un berrettino nero,
il suo viso triste, è pieno di mistero,
una casacca bianca sopra ai pantaloni…

… le scarpe sono nere, uguali ai bottoni!

È solo, e si sente sconsolato,
perché della Luna si è innamorato,
con gli occhi al cielo la cerca, poi le parla…

… lei non sente, lui continua a guardarla!

“Lo sai Pierrot, che non hai speranze,
tu puoi seguirla, sono belle le sue danze.
Essa è di tutti ma nessuno la possiede!”…

… il suo cuore, sordo, amore ancor le chiede…

di Anna G. Mormina

§ IL CAROSELLO §


Ciò che vi racconto è accaduto per davvero,
quando la TV si vedeva in bianco e nero,
la pubblicità non durava pochi istanti,
ma era un programma di storielle divertenti.
Dopo cena dunque tutti insieme si guardava,
quando il TG finiva “Carosello” cominciava:

§ LÀLLA LÀLLA LÀLLA LA.LA.LA.LÀ!
LÀLLA LÀLLA LÀLLA LA.LA.LA.LÀ!!! §

 Mariarosa con il lievito, anche se era piccolina,
sistemava ogni cosa, fuori, in casa ed in cucina!

Se la brillantina in testa, un tenente si metteva,
il “caso misterioso" in un baleno risolveva!

Calimero si sporcava ma in lavatrice poi saltava,
e col famoso detersivo, felice e candido tornava!

Bidibodibù, bidibodiè era il nuovo materasso,
tutti ci saltavano sopra ma senza fare chiasso!

Gran fastidio e male avevi al tuo pancino?
Bastava “la parola” e passava col confettino!

Quando la Susanna si mangiava i formaggini,
col suo “pitu-pitum-pah!” sorridevano i bambini!

§ LÀLLA LÀLLA LÀLLA LA.LA.LA.LÀ!
LÀLLA LÀLLA LÀLLA LA.LA.LA.LÀ!!! §

* * *
Tante storie ancora speravamo di seguire...
Carosello però finiva: era ora di dormire!

di Anna G. Mormina
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Curiosità:

- Il 3 febbraio 1957 nasce Carosello.
- Il 1° gennaio 1977, va in onda l’ultimo Carosello.
- La sigla: "Pagliaccio", una sorta di tarantella,

fu scritta dai maestri Cigliano e Gangi.

OH! NINNA…


Oh! Ninna…
… dormi piccina che la tua mamma,
ti culla, ti canta la ninna nanna!

Sogna le cose che tu puoi già fare:
che bello coi pesci nel mare nuotare!
Giocare sui prati e poi rotolare…
guardar le montagne nel cielo svettare!

Dormi tesoro nel tuo lettino,
ti veglierò fino al mattino!

Sogna il cielo ch’è pieno di stelle,
ma non mangiarle non son caramelle!
La bianca luna ti fa l’occhiolino?
Salutala anche tu, mandale un bacino!

Dormi ancora dolce bambina,
stringi la bambola a te vicina!

Sogna di un mondo diverso, speciale,
dove non esista l’odio razziale…
… e che Francesco, Jasmine ed Abramo,
con un girotondo si tengan per mano!

Oh! Ninna…
… con pochi accordi di una chitarra,
mamma sussurra la sua ninna nanna!

di Anna G. Mormina

IL DONO

Notte di luna  e di stella lucente,
si mormora piano, sussurra la gente:
“È appena nato a Betlemme, il Bambino,
da secoli atteso il Messia, il Divino!”.

Cometa  splendente, che illumini la via,
per trovare il Bimbo, Giuseppe e Maria.
Sono poveri e soli, ma fra misere grotte,
trovano un rifugio, e ci passano la notte.

Paglia e mangiatoia,  un bue e l’asinello,
i genitori riescono, a scaldare il Bambinello.
Tanti pastori giungono, anche i Magi da lontano,
portando i loro doni,  sfiorandogli la mano.

Sei sceso sulla terra o dolce Gesù buono,
il mondo cerca Pace, non vendetta ma Perdono.
Insegnaci la strada che porta al vero Amore,
ti seguo nel cammino, Tu resta nel mio cuore!

 di Anna G. Mormina


mercoledì 26 febbraio 2014

MESTIERE IN DISUSO - Anna G. Mormina



Tic… tic… tic… tic… tic…

… battito regolare, del diapason pendente…
… pochi secondi e sentiamo una musica
con stesso ritmo, ma dolce, divertente…
… è la “Danza dei Flauti” che nell’aula si diffonde…

L’insegnante dattilografa inizia a declamare:

“Signori e signorine, cominciate,
per favore la tastiera non guardate!”

Penso:
- Ma perché sempre ci avverti?
I tasti delle macchine, da tappi neri son coperti! -

“Occhi al tabellone luminoso
per dieci righe, con calma, scrivete:
Casa, rosa, cosa… cosa, rosa casa...
A ritmo della danza andate, e se sbagliate
proseguite, non vi fermate!
Casa, rosa, cosa… cosa, rosa casa..”

Non vola una mosca, solo la musica si sente
le dita sulla tastiera, teniamo correttamente
ci fanno male i mignoli, che cedono con facilità
quando schiacciamo con forza, la “eMme” o la “A”.

Per ore, giorni e mesi, stessi esercizi
più elaborati, più complicati…
… stessi errori, inizialmente commessi
ma a fine d’anno, siam tutti promossi!

Con dieci dita, senza sbagliare
alla fine imparai a dattilografare!

* * *

La tecnologia, da allora s’è evoluta!
Gli scrivani sono scomparsi
di noi dattilografi ormai, è raro ricordarsi…

... quelli son tempi, vissuti e passati
di mestieri in disuso, ma non dimenticati…